La fattura elettronica è il nuovo cruccio degli Italiani. C’è chi ne ha sentito parlare così tanto e ne ha paura ma non sa che magari per la sua attività non ne ha bisogno, c’è chi avrebbe dovuto già usarla da tempo per le Pubbliche Amministrazioni e quindi dovrebbe essere già abituato, che invece casca dalle nuvole come gli altri…

Insomma, si tratta del solito caos all’Italiana.

Sicuramente la principale carenza è stata, come sempre, quella informativa: soprattutto con le modifiche introdotte dalla recente legge di Bilancio e delle Flat Tax, non c’è stata, a fine 2018, una versione aggiornata del vademecum che spiegasse quali categorie di contribuenti fossero esentate o meno.

Chi non deve fare la fattura elettronica?

La Fatturazione Elettronica non è obbligatoria per qualsiasi partita IVA che si trovi in regime forfettario, che sia il 5% per le startup o il 15% per chi ha redditi inferiori ai 65.000 €.

Questo però non significa, attenzione, che chiunque abbia un reddito minimo a 65.000€ non debba emettere fattura elettronica. Infatti sta al contribuente se scegliere regime ordinario o forfettario. Se il secondo permette di risparmiare sulle tasse, si perdono però alcuni benefici del primo in termini di deduzioni e detrazioni che sono poco interessanti per molti professionisti ma che invece sono un capitolo importante per le aziende che devono investire in materiali, personale, strutture.

Perché la fattura elettronica?

La fatturazione elettronica è un metodo per combattere evasione fiscale e frodi di vario tipo. Con il nuovo sistema infatti le fatture non passeranno più soltanto tra chi vende e chi paga, ma anche attraverso l’Agenzia delle Entrate che avrà un controllo in tempo reale.

Cosa si rischia senza la fattura elettronica?

Nonostante diverse voci autorevoli abbiano criticato la misura che viene definita molto invasiva e tra le più rigide in Europa, per il momento non sembra ci siano passi indietro sulla Fattura Elettronica.

Questo significa che per i soggetti che hanno l’obbligo di emissione, qualsiasi formato di fattura semplice che sia cartaceo o file non a norma, non è valido e quindi conta come fattura non emessa.

In questo caso le sanzioni sono regolate dall’articolo articolo 6 del Decreto Legislativo numero 417/97 e possono andare dal 90% al 180% dell’imposta normalmente dovuta che senza la fattura viene considerata come evasa.

Come si evince dal testo della normativa:
l’esclusione delle sanzioni nel caso in cui la e-fattura sia emessa entro il termine di liquidazione relativa al momento di effettuazione dell’operazione, nonché la riduzione al 20% delle medesime sanzioni nel caso in cui la e-fattura sia emessa in ritardo ma entro il termine di liquidazione successiva.

L’Agenzia delle Entrate, in occasione di Telefisco 2019, ha, tuttavia, affermato che la moratoria per la tardiva emissione della fattura elettronica non si estende alle sanzioni per gli omessi versamenti da errata liquidazione Iva. Pertanto, è necessario emettere la e-fattura entro la liquidazione relativa all’effettuazione dell’operazione per escludere qualsiasi sanzione.

Al contrario, se si vuole sforare il predetto termine è necessario fare ricorso al ravvedimento operoso sanando, con applicazione differenziata, la sanzione per il ritardo di emissione della e-fattura e la sanzione per l’omesso versamento.

Quindi, la risposta dell’Agenzia dovrebbe portare i contribuenti ad adeguarsi rapidamente alle nuove modalità di emissione della fattura elettronica già a partire dalla prossima scadenza del 16.02.2019.

Esistono pero dei casi in cui la sanzione è sospesa in questo primo semestre:

Nel DL 119/208 all’articolo 10  sulle Disposizione di semplificazione per l’avvio della fatturazione elettronica leggiamo che le sanzioni non sono applicate se

  • la fattura viene emessa nella tipologia spiegata al comma 3 entro il termine legato alla scadenza periodica dell’IVA, ai sensi dell’art. 1, comma 1 del decreto del Pres.Rep. 23/3/98 n° 100.

Si applicano con riduzione dell’80% se:

  • la fattura elettronica viene emessa entro il termine del periodo successivo del versamento IVA

Queste sanzioni scadono il 30 giugno 2019, quindi molta attenzione perché dal 1° luglio saranno applicate regolarmente dal 1° luglio con uno spazio temporale di 10 giorni dall’operazione.

Per quanto riguarda alcuni errori come l’invio della fattura inviata in formato diverso da quello XML dove la fattura non è considerata come emessa, vi sono sanzioni specificate all’articolo 6 del Dlgs n 471/1997.

Se non viene passata la verifica chi fa la fattura riceve una nota di scarto entro 5 giorni e dovrà emettere una nuova fattura corretta.

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